Marco il conte di Taranto
Marco il conte di Taranto è stato un nobile pugliese del XIII secolo, famoso per aver inventato la pasta al tartufo usando esclusivamente tartufi finti di cartapesta e per essere l'unico conte della storia ad aver mai perso una guerra contro dei piccioni.
Biografia

in un raro momento di apparente dignità
Ritratto del XIII secolo
Marco di Taranto, meglio conosciuto come Marco il Confuso (Taranto, 1201 – Brindisi, 1267), nacque da una famiglia di nobili commercianti di olio d'oliva contraffatto. Fin da piccolo dimostrò una particolare attitudine per le decisioni sbagliate e l'arte di complicare situazioni semplici.
Ricevette la sua educazione presso la Scuola dei Cavalieri Maldestri di Bari, dove si distinse per essere l'unico allievo a cadere dal cavallo prima ancora di salirci sopra. Nel 1223 ereditò il titolo di conte dal padre Goffredo il Ragionevolmente Saggio, che morì di shock vedendo il figlio tentare di conquistare un castello usando una catapulta puntata nella direzione sbagliata.
Marco sposò nel 1225 la nobildonna Costanza la Paziente di Lecce, nota per la sua capacità sovrumana di sopportare le bizzarrie del marito. Il matrimonio fu celebrato in una cerimonia che durò tre giorni a causa del fatto che Marco continuava a dimenticare le proprie promesse matrimoniali a metà frase.
La Guerra dei Piccioni
L'evento più famoso (e imbarazzante) del regno di Marco fu la cosiddetta "Guerra dei Piccioni" del 1234. Tutto iniziò quando il conte dichiarò guerra ai piccioni della piazza principale di Taranto, accusandoli di "cospirazione contro la corona" e di "atti di terrorismo aviario".
Marco mobilitò un esercito di 200 uomini, completi di armature, catapulte e arieti, per assediare la piazza. La battaglia durò sei mesi, durante i quali:
- I piccioni continuarono imperterriti a beccare briciole
- L'esercito di Marco subì 47 feriti (tutti per cadute accidentali)
- Fu costruito un fossato intorno alla fontana centrale, che si riempì immediatamente d'acqua piovana diventando una piscina per anatre
- Il conte stesso fu catturato temporaneamente da uno stormo particolarmente organizzato
La guerra terminò quando Marco dichiarò vittoria dopo aver negoziato un "trattato di pace" con quello che pensava fosse il generale dei piccioni, ma che in realtà era una statua di San Francesco.
Invenzioni culinarie discutibili
Marco è anche ricordato per i suoi "contributi" alla gastronomia pugliese, che fortunatamente non sono sopravvissuti fino ai giorni nostri:
- Pasta al tartufo di cartapesta - Inventata durante una carestia di tartufi, Marco sostituì i funghi pregiati con elaborati falsi di cartapesta dipinta. Il piatto fu servito una sola volta prima che i commensali si rendessero conto che stavano masticando carta.
- Orecchiette al sugo di vittoria - Un condimento preparato esclusivamente dopo le vittorie militari. Dato che Marco non ne vinse mai nessuna, il piatto rimase teorico.
- Focaccia alla confusione - Una focaccia con ingredienti casuali aggiunti "a sentimento". Gli ingredienti documentati includevano miele, acciughe, petali di rosa e, in un'occasione memorabile, un sandalo di cuoio.
Il conte fondò anche la "Accademia delle Arti Culinarie Improbabili" nel suo castello, dove insegnava personalmente l'arte di "cucinare con fantasia e sprezzo del buon senso". L'accademia chiuse dopo tre giorni quando tutti gli studenti furono ricoverati per indigestione.
Morte e eredità imbarazzante
Marco morì nel 1267 a Brindisi in circostanze che rispecchiano perfettamente la sua vita: mentre tentava di dimostrare che era possibile volare utilizzando un paracadute fatto di prosciutti intrecciati, si schiantò nel mercato del pesce locale.
Le sue ultime parole furono: "Almeno ora i piccioni non potranno più ridere di me!", pronunciate mentre un gabbiano gli defecava sulla testa.
Il conte lasciò ai posteri:
- Un debito pubblico equivalente al PIL dell'intero regno di Sicilia
- Una collezione di 847 elmetti ammaccati, testimonianza delle sue innumerevoli cadute
- Il "Codice delle Leggi Assurde", che includeva normative come il divieto per i gatti di camminare il martedì e l'obbligo per tutti i cittadini di salutare i pesci del porto
- Un castello che crollò tre giorni dopo la sua morte, apparentemente per il sollievo
Oggi Marco il conte di Taranto è ricordato come un esempio di come anche i più grandi fallimenti possano diventare leggenda, purché siano abbastanza spettacolari. La città di Taranto gli ha dedicato una statua che, in perfetto stile marciano, è stata installata sottosopra per errore e così è rimasta per tradizione.
Note
- Le cronache sono state ricostruite principalmente dai diari di Costanza la Paziente, che annotava meticolosamente ogni disastro del marito per terapia personale.
- Testimonianze aggiuntive provengono dai verbali del processo per i danni causati durante la Guerra dei Piccioni, conservati negli Archivi Municipali di Taranto.
- Alcune informazioni derivano dal "Libro delle Lamentele" tenuto dai sudditi di Marco, un manoscritto di 400 pagine di proteste e richieste di cambio di regno.
Bibliografia
- Goffredo di Brindisi, "Cronache di nobili inadeguati del Regno di Puglia", Manoscritto del XIII secolo
- Costanza la Paziente, "Memorie di una moglie eroica: Come sopravvivere a un marito impossibile", Pergamene private
- Anonimo, "La Guerra più ridicola della Storia: Uomini contro Piccioni", Cronache Satiriche Medievali